Ghirada 2
L’ispirazione è l’architettura milanese degli anni ‘50 e ‘60 di Gardella e Caccia Dominioni: a differenza degli architetti usciti da Venezia allievi di Samonà, che mostravano le strutture, i Milanesi, come diceva Vittorio Rossi, facevano ‘buchi sui muri’, meno tecnologici ma più poetici.
A ciò si ispira il progetto, dove il tentativo di privilegiare la percezione dei volumi insieme allo sdoppiamento della copertura, annulla visivamente la falda richiesta dal piano di lottizzazione.
Un atteggiamento moderno e funzionale trova applicazione nelle terrazze a loggia, che rendono gli esterni parte integrante dell’ambiente interno. La texture della pelle, un chiaro omaggio al Professor, è in coccio pesto tradizionale staggiato a calce. Molta cura poi è stata posta al contesto ambientale, con abbondanti e ben piantumate aree comuni; un impianto geotermico riscalda e raffresca l’intero complesso residenziale, utilizzando l’energia della terra in modo sostenibile e non inquinante.